Dentro questo spazio, solitamente riempito da parole mie, più o meno in libertà, più o meno opinabili, che spero più o meno c’entrino con tutti i lettori, parrocchiani e non, oggi infilo parole… che mie non sono. Vengono dalla Beatrice, l’organista di una vita di Spirito Santo, che sabato scorso ha sposato il suo Carlo Alberto. Nelle due righe con cui ringraziano “di accompagnarci in questo passo”, scrivono così: «La Chiesa non è solo un edificio di mattoni; sono le persone che ‘fanno Chiesa’. Spirito Santo per me è ‘La Chiesa’; le sue persone sono le ‘mie persone’; i ‘miei’ fratelli. Per me sarà sempre sinonimo di casa».
A fare le pulci al testo, si sbaglierebbe. Così come a canonizzare sul campo una coppia entusiasta di giovani credenti, che solo inizia il cammino matrimoniale; con convinzione di fede, certo, ma pur sempre esposta alle difficoltà umane e sociali del giorno d’oggi. E però lo sottolineo. Che Carlo Alberto, suo sposo, con il prete di Teolo e i suoi giovani amici credenti; e lei, con la piccola storia degli ultimi due decenni e mezzo, sono entrambi testimoni di questo stile di essere chiesa, di vivere l’appartenenza alla comunità cristiana. Dove le relazioni e il servizio, in nome della fede condivisa in un territorio, prevalgono su tutto, compresa sulla devastante idea che le parrocchie siano da difendere e tifare come una squadre di pallone. Per cui si vive e si cresce sulla falsariga di quanto viviamo a casa nostra. Beatrice è come le animatrici che cresciute da una parte, ora servono i bambini di entrambe le comunità; come un gruppo missionario che coinvolge tutti, di qua e di là.
Carlo Alberto e Beatrice concludono scrivendo: «Una casa dove ‘io’ oggi, diventa ‘noi’. » . Per chi vuol vederci un segno ‘del destino’, non sarà mica un caso che questi sposi vadano ad abitare in territorio che una volta si sarebbe definito “parrocchia Buon Pastore”? Da due ‘io’, si diventa un ‘noi’. Vero per una coppia di sposi. E magari analogamente per due parrocchie, che ricche della loro storia, ora si imbarcano insieme nel futuro comune, a servizio della gioia del Vangelo, nei nostri quartieri.
